giovedì 23 ottobre 2014

Obsolescenza programmata

Sappiamo tutti che stiamo andando incontro a dei seri problemi ambientali che coinvolgono l'umanità e pensiamo che la tecnologia possa aiutarci, almeno in parte, a ridimensionare questi problemi.
Ma spesso queste nuove soluzioni sono solo una scappatoia per non dover ripensare le nostre abitudini e il nostro modo di vivere.
Ne abbiamo continue conferme nella vita quotidiana, ad esempio con gli elettrodomestici, che dovrebbero essere sempre più efficienti e consumare sempre meno energia.


Questo però non si traduce né in un risparmio in termini economici per i consumatori né in emissioni inquinanti inferiori, perché da un lato gli elettrodomestici di classe A, A+ costano di più di quelli di classi inferiori (e il risparmio in termini di consumo energetico non compensa questa spesa maggiore), dall'altro un frigorifero moderno dura molto meno di quanto durava uno "vecchio", addirittura una decina di anni in meno: una volta nessuno cambiava il frigorifero o la lavatrice prima di almeno 20 anni, oggi sembrano (o sono realmente) programmati per durare al massimo la durata della garanzia. Infine, ci vuole comunque molta più energia (e denaro) per costruire e smaltire due o tre elettrodomestici al posto di uno.
L'efficientamento energetico sembra quindi sottostare alle logiche del mercato piuttosto che alla reale esigenza di consumare e inquinare meno.


L'obsolescenza programmata è lo strumento principale per alimentare questo ciclo di consumi senza fine. Quando un oggetto viene progettato e costruito si ipotizza che debba durare il meno possibile, affinché possa essere sostituito al più presto da uno nuovo. 
Non c'è nulla di sostenibile in questo tipo di innovazione. Non è in questa tecnologia, così com'è programmata oggi, che troveremo una soluzione ai nostri problemi.

Per approfondire l'argomento vi consiglio di guardare questo documentario.