venerdì 23 dicembre 2016

Pratiche virtuose

Questa iniziativa merita davvero di essere pubblicizzata: una ferramenta storica di Torino premia chi arriva con i mezzi pubblici o in bici (Drovetti in via Maria Vittoria 31).


Buona pubblicità a buone pratiche a sostegno dell'ambiente. Complimenti!



mercoledì 15 giugno 2016

Più mozzichini per tutti

Le cicche per terra sono segno di inciviltà, maleducazione e menefreghismo.
Ci mettono almeno un paio d'anni a degradarsi. Se ne trovano tantissime per le strade delle città, con grande concentrazione intorno alle fermate degli autobus (sebbene di solito ci sia anche un cestino vicino alle fermate). Alcune finiscono nei tombini, col rischio di intasarli, altre vengono raccolte dai pazienti netturbini.


La città di Torino dice basta ai mozziconi per terra! E regala un simpatico gadget da portarsi dietro per raccogliere cenere e cicche. Ideale anche in spiaggia (se proprio non potete fare a meno di fumare anche lì!), visto che spesso le sigarette spente finiscono in mare con conseguenze devastanti per la fauna marina. 
Qui trovate le indicazioni per averne uno.


Ah! Ricordate di svuotarlo poi nell'indifferenziato.



mercoledì 4 maggio 2016

Riciclo tetrapack

Volete sapere come funziona il recupero dei flaconi in poliaccoppiato? (quelli che contengono latte, succhi di frutta ecc.)
Guardate questo bel video!


A Torino si buttano nella raccolta della carta (ben sciacquati e dopo aver eliminato il tappo che va nella raccolta della plastica), ma ogni comune ha le sue regole. Da verificare qui.



mercoledì 27 aprile 2016

Sostenibilità "vestiaria"

Quanto costa veramente una maglietta?



Guardate questo video, o leggetene il resoconto qui sotto (fa riferimento a dati americani, ma si può facilmente traslare nella realtà italiana).

Ogni anno gli americani acquistano 20 miliardi di capi di abbigliamento e ne mandano 10 milioni di tonnellate in discarica. 


Ecco come funziona di solito: entri in un negozio di abiti abbastanza economici, provi una maglia, ti sta abbastanza bene, non è del tuo colore preferito, machissenefrega, è in offerta a soli 10 euro, perché non comprarla? La metti un paio di volte, poi piano piano finisce in fondo all'armadio, sepolta da altre maglie che ti piacciono di più. Un paio di anni dopo la tiri fuori e realizzi che non la metterai mai. Metti tutti gli abiti dismessi in un sacco e, nel migliore dei casi, riesci a venderne qualcuno al mercatino dell'usato, gli altri li getti nel cassonetto... Pazienza, erano solo 10 euro!
Un costo esiguo per le tue tasche... ma per il pianeta?
In termini di acqua, petrolio (per la produzione e il trasporto), tempo e fatica di chi ci ha lavorato in condizioni disperate... è decisamente troppo per una maglia che non metti più! 

E poi sapevate che le aziende di abbigliamento hanno un margine di profitto tra il 60 e l'80%? Immaginate quanto può essere stato retribuito chi ha realizzato con le sua mani una maglietta da 10 euro!!!


La soluzione?
1. Comprare meno: è il modo migliore per abbassare la propria impronta ecologica e per non sprecare soldi!
2. Comprare in modo più intelligente: quando si ha davvero bisogno di un nuovo capo d'abbigliamento, è bene verificare la provenienza, la qualità, il materiale con cui è stato realizzato. Un consiglio? La linea Auteurs du monde di Altromercato: moda etica e sostenibile.
3. Acquistare abiti durevoli in termini di qualità e di moda.
4. Non buttare gli abiti vecchi nella spazzatura, perché alimenteranno montagne di rifiuti nelle discariche: occupano spazio e non si decompongono.
Si possono portare in un negozio dell'usato (anche se potrebbero rifiutarli, perché i mercatini sono strapieni di abiti quasi nuovi!!! il che dovrebbe farci riflettere...), o in un cassonetto destinato ai paesi del terzo mondo, o in parrocchia, o in un'associazione di beneficenza. A Torino al mercatino del Triciclo, in via Arbe. Altre idee? Possono essere riutilizzati come stracci, scuciti per realizzare federe per cuscini, sacchetti per le scarpe o la biancheria (comodissimi da mettere in valigia), lacci e bottoni recuperati.
5. Non lavarli troppo spesso: la maggior parte del consumo di energia legato ai vestiti è dovuto al lavaggio!!! E inoltre durano molto più a lungo!

Insomma, la moda a basso costo la si può trovare ovunque, ma è terribile per l'ambiente e per le persone, e, diciamocelo, non è poi così bella!



martedì 15 marzo 2016

Non esiste l'olio di palma sostenibile!

Ultimamente molte aziende sponsorizzano l'olio di palma contenuto nei propri prodotti come sostenibile. Fate loro sapere che l'olio di palma sostenibile non esiste: non comprateli più!
Per fortuna molti hanno deciso di eliminarlo del tutto, ma controllate sempre bene l'etichetta perché è un ingrediente insidioso e si trova quasi ovunque!!! Non solo negli alimentari, ma anche cosmetici, detergenti e biocarburanti. 


In questo video breve e chiaro si spiegano bene tutti gli effetti negativi dell'olio di palma, primo tra tutti la distruzione della foresta pluviale: la varietà vegetale della foresta è stata rimpiazzata da una sola specie, la palma da olio, e le specie animali stanno poco a poco scomparendo.
Per la popolazione locale è una fonte di lavoro ma anche di sfruttamento perché i lavoratori vengono sottopagati e subiscono condizioni di lavoro deplorevoli. Inoltre è bene sapere che quest'olio è dannoso per la salute perché contiene un’elevata quantità di acidi grassi saturi che possono formare pericolose placche sulle arterie.


Insomma i benefici dell'olio di palma non esistono, se non per le tasche delle aziende che ne fanno largo uso.
Opponiamoci a questa devastazione!
Per ogni approfondimento visitate http://oliodipalmainsostenibile.it/.



mercoledì 9 marzo 2016

Keep calm and... dont' recycle!

Sì, sì, avete capito bene: non riciclare!
Non riciclare i rifiuti elettronici.
Perché?
I prodotti che possono essere riparati, dovrebbero essere riparati e non gettati né riciclati: riparare è sinonimo di risparmiare e di proteggere l'ambiente. E inoltre ci riporta in connessione con le nostre cose, gli oggetti che possediamo, che abbiamo acquistato e pagato, che abbiamo il diritto di usare, aggiustare e modificare a nostro piacimento. Sono questi i valori che hanno spinto a creare ifixit (nome provocatorio, in esplicita opposizione al gigante dell'elettronica che impedisce ai propri clienti di riparare autonomamente cellulari, tablet e quant'altro), una società che ripara e insegna a riparare.


Wiens, co-fondatore di ifixit ci ricorda che per la produzione di uno smartphone servono circa 50 elementi della tavola periodica, molti dei quali in quantità infinitesimali e la maggior parte dei quali non è recuperabile né riciclabile. “La plastica del tuo iPhone verrà convertita in plastica a basso gradiente e trasformata in una panchina nel parco, il che è un peccato perché è plastica di alto gradiente che potrebbe valere 30 dollari alla libbra, ma dopo essere stata riciclata, potrebbe valere 10 centesimi a libbra”.
Sì, riciclare è meglio che buttare nella spazzatura, ma la qualità del materiale ricavato sarà di molto inferiore rispetto ai materiali vergini. Ogni cellulare riparato è un cellulare in meno che verrà costruito sulla terra

Mentre la richiesta di elettronica aumenta, si scava sempre più in profondità nelle viscere della terra per estrarre materie prime come ferro, cobalto, litio, il che produce montagne di rifiuti (senza considerare i diritti e le condizioni di lavoro dei minatori!!): per estrarre circa 30 grammi d'oro si producono quasi 80 tonnellate di rifiuti!
Secondo Wiens “Le miniere e la produzione sono, in quest'ordine, le cose peggiori che abbiamo al mondo”.

Is your cell phone powered by child labor? - Foto di money.cnn.com

Dovremmo possedere oggetti che durano nel tempo e che ci fanno stare bene, che non finiscano nelle discariche dopo pochi mesi o anni di utilizzo. Non possiamo permetterci di fare ciò che è meno peggio, riciclando per lavarci la coscienza, dobbiamo fare ciò che è meglio per l'ambiente.


Ditch the throwaway economy. Join the repair revolution.



venerdì 12 febbraio 2016

Negozio leggero

Entrare in un Negozio Leggero è un'esperienza meravigliosa! 


C'è tutto quello che potete immaginare e anche di più, dagli alimenti di uso quotidiano ai cereali più ricercati, prodotti per l'igiene della persona e della casa, snack dolci e salati, cosmetici e oggetti di cucina. Tutto esclusivamente sfuso. 
Tutto. Sfuso.



Entri, ti guardi intorno, ammiri, chiedi spiegazioni, scegli (e ci vuole un certo tempo perché la quantità è davvero ampia), ti fai riempire i contenitori, esci con le borse strapiene! 
La qualità è eccellente, le commesse sono gentilissime, formate e motivate, l'atmosfera è deliziosa.
Barattoli di vetro, plastica o metallo, sacchetti di carta o plastica, borse, flaconi, bottiglie: vuoi mettere la comodità di portare i tuoi contenitori da casa? Quelli che usi tutti i giorni, senza dover stare a travasare. 
L'ambiente ringrazia. E voi sarete soddisfatti, ne sono sicura!





giovedì 11 febbraio 2016

Al mercato...

Stamattina, facendo la spesa al mercato, mi sono imbattuta in questo sacchetto. Trovo che sia bellissimo e ho deciso di condividerlo!


Riciclato, riciclabile, riutilizzabile (ad esempio per la raccolta dei rifiuti organici). E bello! Molto di più dei sacchetti in plastica (vera o finta che sia...).
Buona spesa a tutti :-)




venerdì 5 febbraio 2016

Green Saint Valentine

Si avvicina la festa degli innamorati, quale periodo migliore per ricominciare a scrivere dopo una lunga pausa? Scrivere di amore, di rispetto, di cure. 
La mia proposta è quella di fare un dono all'ambiente, che di noi si prende cura sempre, senza (quasi) mai lamentarsi, indipendentemente da cosa gli stiamo combinando. E insieme a lui, farlo anche al nostro compagno/a: regalare un albero.


L'iniziativa è della Fondazione Villa Ghigi, si può scegliere e donare una pianta al loro meraviglioso parco, sulle colline bolognesi.
Qui trovate tutte le informazioni per farlo. 
Un regalo con il cuore!