venerdì 20 ottobre 2017

Tovagliolino da bar, ma a che mi servi?

Qualche tempo fa è uscito sul Fatto Quotidiano un simpatico articolo di Luca Sommi "Il tovagliolino da bar, l'inutilità alle estreme conseguenze" (5 giugno 2017).
Ho sempre pensato a quanto fosse inutile quel micropezzetto di carta rigido e finalmente qualcuno trova le parole giuste per comunicarlo al mondo:

Troppo piccoli, rigidi, fatti di una carta miserrima – spesso con la marca del caffè stampata sopra – non asciugano, non puliscono, non assorbono e sono troppo ostili anche solo per soffiarsi il naso: sono i meschini tovagliolini di carta che troviamo sui banconi dei bar, ossia l’inutilità portata alle estreme conseguenze.




Il giornalista deduce che probabilmente alla scarsa qualità del tovagliolino consegue la scarsa qualità del cibo offerto al bar. Qui trovate l'articolo completo.
Io invece penso alle conseguenze ambientali di questi piccoli criminali: nel tentativo, perfettamente inutile, di pulirci meglio mani e bocca o di asciugare qualche goccia sul tavolo, ne usiamo una quantità spropositata, quindi montagne di tovagliolini finiscono nell'indifferenziato.
Come cittadini possiamo scegliere di evitare i bar che forniscono solo tovagliolini di questo tipo. Sì, anche gli altri tovaglioli finiranno nell'indifferenziato, ma essendo, si spera, più efficaci ce ne faremo bastare uno. E poi capiremo che in quel bar ci tengono al cliente e all'ambiente.

Lanciamo un appello ai baristi di Torino: vi chiediamo di sostituire tutti i vostri inutili tovagliolini rigidi con dei normalissimi tovaglioli, magari di carta riciclata... tanto per pulirci la bocca non abbiamo bisogno di pura cellulosa ;-)




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